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  • Immagine del redattoreGuido Bonatti

La sala professori: il primo film di Plutone in Acquario

Ieri ho visto il film La sala professori del tedesco Ilker Çatak, un'opera molto interessante che a mio avviso è in rapporto stretto con l'attuale transito di Plutone in Acquario (che stiamo studiando anche dal punto di vista storico: chi si fosse perso i precedenti post può recuperarli a partire da qui). Perché? Perché il pianeta Plutone in astrologia rappresenta il potere e il segno dell'Acquario, opposto al Leone del sole agostano, librandosi nell'aria gelida e rarefatta dei cosiddetti giorni della merla, è ricerca dell'equilibrio nell'epoca diametralmente opposta a quella di una visione unica e indiscussa.


La sala professori, film

Il film è di fatto un thriller ambientato in una scuola media tedesca. In questo istituto scolastico si sono verificati dei furti e l'insegnante di matematica e di educazione fisica (interessante combinazione, non sapevo fosse possibile una cosa del genere in Germania) Carla Nowak è testimone, durante una sua lezione, di un vero e proprio interrogatorio fatto dai dirigenti scolastici e dai suoi colleghi nei riguardi dei piccoli allievi: alle ragazze viene chiesto di uscire dall'aula e ai ragazzi rimasti si chiede di mostrare il portafogli. Un atto di discriminazione e di violenza perpetrato all'insegna della politica di "tolleranza zero" fortemente voluta dalla scuola, per voce della preside.


Nowak assiste anche a un furtarello, da parte di una collega, da un salvadanaio che ha tutta l'aria di essere un piccolo fondo comune tra colleghi (nel salvadanaio finiscono le monetine che dovrebbero andare nella macchinetta del caffè); per questo si convince che gli episodi di furto potrebbero non riguardare gli alunni ma il corpo insegnanti o gli ausiliari.


Decide quindi di allontanarsi dalla propria postazione nell'aula professori lasciando la giacca appoggiata allo schienale di una sedia. Dentro la giacca ci sono alcune banconote che Nowak ha contato prima di abbandonare la postazione: l'insegnante lascia acceso il pc con la telecamera in modalità registrazione attiva. Quando Nowak ritorna al proprio posto scopre di essere stata derubata: dal video si vede, solo per pochi istanti e solo di striscio, una camicia bianca puntellata di stelle gialle.


Nowak si convince che una segretaria, poiché indossa una camicia bianca con le stesse stelle gialle disegnata sopra, sia la colpevole del furto: in un primo momento l'insegnante cerca di parlare in separata sede con la segretaria ma la situazione degenera, Carla Nowak mostra il video alla preside e quest'ultima, sempre in nome della politica di "tolleranza zero" dell'istituto, convoca la segretaria e le chiede dei chiarimenti. Ne segue un gran pasticcio perché la segretaria respinge completamente l'accusa (il video non prova un bel niente, si vede solo una camicetta con delle stelle gialle, per giunta ripresa di striscio - e a dire il vero non si nota nemmeno il furto in sé; inoltre, il video è stato fatto di nascosto, violando la privacy) e si mette in ferie. Si dà il caso poi che la segretaria sia anche la madre di Oskar, un bambino particolarmente sveglio della classe di Carla Nowak.


Il film colpisce per i temi che va a sollevare e per il ritratto impietoso non solo e non tanto della scuola ma oserei dire della nostra società: Carla Nowak viene intervistata dalla redazione del giornalino scolastico ma, alla sua versione dei fatti, i piccoli giornalisti in erba preferiscono l'opposta tesi della segretaria ingiustamente accusata. Nella stanza adibita a redazione del giornalino campeggia a caratteri cubitali la scritta "Veritas omnia vincula vincit", la verità supera tutti i vincoli, che potrebbe essere un slogan molto adeguato per descrivere un'ossessione acquariana, quella della ricerca della verità (quadratura rispetto al segno dello Scorpione: intolleranza per ciò che è riservato o segreto; questo vale anche per il tema della violazione della privacy).


Solo che quando questa ricerca si applica all'esercizio del potere (Plutone, ma lo abbiamo visto anche con Saturno in Acquario che ha caratterizzato gli anni di gestione e di uscita dall'emergenza pandemica) può facilmente degenerare in un delirio collettivo da Rivoluzione Francese (contrassegnata appunto dal precedente passaggio storico di Plutone in Acquario) o da Rivoluzione Culturale cinese: e in effetti anche il film degenera in un tutti contro tutti apparentemente senza via di scampo.


Ma Plutone in Acquario ci spinge anche a chiederci: che cos'è, esattamente, la verità? E su quale base esprimiamo i nostri giudizi? Di fatto la segretaria della scuola media subisce delle illazioni molto pesanti sulla base di una ripresa video, fatta di nascosto, e che non mostra né il furto in sé né l'autore del gesto. A nulla valgono le proteste furibonde della segretaria perché l'accusa infamante, per quanto di fatto non provata, deve essere confutata dalla vittima.


"La sala professori" è un film disturbante perché ci stimola a riflettere sulle nostre azioni e sulle conseguenze delle nostre azioni. In effetti una ragazzina chiede scusa alla sua insegnante, Carla Nowak, dopo che l'intervista, a cui la ragazzina stessa aveva partecipato in qualità di giornalista, poi comparsa sul giornalino scolastico, scatena una serie di altre conseguenze impreviste e burrascose: "non intendeva essere contro di lei". Ma l'intervista esce senza di fatto tener conto delle parole di Nowak e senza che quest'ultima possa aver riletto la stessa prima della sua reale pubblicazione, e nonostante le fosse stato promesso il contrario.


Gli alunni della scuola media sono arrabbiati per il pregiudizio di cui sono vittime, così come i colleghi di Nowak sono arrabbiati con quest'ultima perché l'insegnante secondo loro non ha saputo difendersi in maniera adeguata (nessuno peraltro - nemmeno Nowak stessa - che ricordi ai colleghi che i ragazzini avrebbero comunque scritto ciò che volevano sul giornalino, indipendentemente dalle parole di Nowak); i dirigenti sono arrabbiati perché l'ordine sta sfuggendo di mano; le vittime sono arrabbiate perché si sentono ingiustamente accusate (lo sono davvero? il film non lo esplicita, ma tutti i tentativi di Nowak di riprendere il dialogo con la segretaria e con il piccolo Oskar falliscono. Il dialogo è impossibile, la rabbia dell'accusa infamante esige una vendetta implacabile, la distruzione della professoressa Nowak: è davvero l'atteggiamento di persone innocenti questo?).


Il ricorso all'idealizzazione è un altro segno della matrice acquariana. Gli interrogatori arbitrari e le accuse ingiustificate avvengono sotto l'egida della politica di "tolleranza zero" nei confronti dei furti ma poi le finte prove che sostengono le false accuse diventano a loro volta motivo di scandalo non perché razionalmente sono appunto prove insussistenti, ma soprattutto perché sono state come rubate dalla telecamera lasciata accesa da Carla Nowak, violando il diritto alla privacy (e il film ci lascia capire dai dialoghi che un altro problema, più di ordine emotivo, è il senso di "tradimento" della fiducia di questa ripresa video fatta di nascosto).


Il regista sceglie di chiudere il film con un'immagine emblematica: Oskar viene portato via di forza dalla polizia. E' seduto sulla sedia del suo banco, su cui è voluto tornare nonostante fosse stato sospeso. La forza dell'idea di Oskar, che rimane fedele a se stessa (mia madre è stata accusata ingiustamente; il mondo deve essere punito per questo), viene trasportata fuori dalle istituzioni con la forza. A nulla sono serviti i tentativi di dialogo della professoressa Nowak e l'ordine non può che essere ristabilito con la violenza.


Oltre che un film molto teso e avvincente, "La sala professori" è anche un'opera che offre un ritratto preciso e spietato della nostra società. Un film che coglie molto bene a mio avviso il cambiamento di fase che stiamo tutti vivendo, dal precedente transito di Plutone in Capricorno a quello, ormai definitivo, di Plutone in Acquario.

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